TEOFANIE: NOTE DI FEDI PER UN’UNICA ARMONIA
Lunedì 2 maggio, ore 16.00
Teatro Donnafugata
(Via Pietro Novelli 3, Ragusa)
La Cattedra di “Dialogo tra le culture” ha offerto il suo patrocinio per un’iniziativa di grande rilievo che si terrà il prossimo 2 maggio a Ragusa (Teatro di Donnafugata), segno di una rinnovata sinergia con quanti si spendono per un autentico dialogo interreligioso.
Il progetto “Teofonia: note di fedi per un’unica armonia” è l’occasione di lanciare un messaggio forte rivolto a tutta la società civile oltre che alle rispettive comunità di appartenenza. COREIS (Comunità Religiosa Islamica Italiana) e UII (Unione Induista Italiana) sono espressioni nazionali dell’associazionismo religioso che hanno maturato negli anni una capacità di declinazione della propria religione nel contesto della società italiana nel rispetto delle leggi e della cultura nazionale.
Il progetto prende spunto dall’incontro avvenuto in India tra la cultura induista e quella musulmana che si sviluppò per due secoli dal 1500 al 1700. Un connubio eufonico tra due civiltà all’apice della maturità artistica da cui nacque l’inestimabile tesoro della cultura hindustani. Così, la sconfinata mitologia induista si tinse, nella pittura, di un nitido realismo dai tratti sottili, mentre gli elevati insegnamenti dei Veda, sacre Scritture indù, si modularono secondo la sistematizzazione melodica persiana. Il miracolo dell’unione tra due culture si saldò nella monumentale architettura moghul, si incise nei motivi ornamentali testimoniando, nei secoli a venire, la possibilità non solo di una convivenza pacifica tra le culture e le religioni, ma di un incontro vero, proficuo, foriero di nuove forme di sublimità artistica e spirituale senza sincretismi.
Il progetto, già ospite in vari teatri d’Italia così come in sedi religiose come monasteri, templi e luoghi di culto di diversa natura, si articolerà in due sessioni:
1) La prima prevede una conferenza di volta in volta con rappresentanti indù, musulmani e/o appartenenti ad altre religioni, che intervengono su temi inerenti agli obiettivi del progetto.
2) Nella seconda parte le letture di passi tratti dalle sacre Scritture delle tradizioni religiose coinvolte introducono un momento artistico, in cui si avvicendano varie espressioni di preghiera in forma cantata, musicale o coreutica, come la musica islamica e la danza classica indiana (stile Kuchipudi).
Invitiamo pertanto tutti a prendere parte all’iniziativa che si svolgerà con il seguente programma che troverete tra gli allegati insieme alla locandina.
Come secondo appuntamento delle “Giornate del dialogo”, la Cattedra di “Dialogo tra le culture” propone lo scottante tema del rapporto religione-violenza nelle tre grandi religioni monoteistiche del mondo, attraverso un appassionante dibattito a tre voci, ognuna proveniente dal monoteismo professato.
Relatori del dibattito saranno la prof.ssa Elena Lea Bartolini, docente di Giudaismo presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e l’Università Cattolica di Milano; il prof. p. Biagio Aprile, docente di Patrologia presso la Pontificia Facoltà Teologica “S. Bonaventura” di Roma, e l’imam di Agrigento Yusuf Abd al Hady Dispoto, responsabile della Co. Re. Is. Italiana per la regione Sicilia. Moderatore sarà il dott. Giuseppe Di Mauro, collaboratore della Cattedra di “Dialogo tra le culture”.
A rendere più efficace il messaggio dei relatori sarà la lettura dei versetti biblici, coranici e delle fonti francescane ad opera dell’attrice Milena Nobile.
I testi sacri delle tre religioni monoteistiche testimoniano che siamo tutti figli di un unico Dio chiamati ad una convivenza nel segno della pace e della fratellanza. Come mai allora si può uccidere in nome di Dio? Come può la fede giustificare la violenza? Attraverso il confronto, si cercherà di capire quali sono le dinamiche che portano a strumentalizzare la religione e i testi sacri per giustificare la guerra e il terrorismo, forieri di orrore e odio che troppo spesso si confondono con e confondono le religioni.
L’incontro è fissato per sabato 9 aprile alle ore 16.00 presso il Centro pastorale francescano per il dialogo e la pace (Santuario dell’Immacolata – via degli studi 56, Comiso), il cui esito non può decidersi a priori; un incontro a cui andare liberi da qualsiasi pregiudizio e con la piena predisposizione all’ascolto dell’altro e all’accettazione delle diversità.
In allegato l’abstract dell’intervento dell’imam Dispoto e la locandina dell’evento, ulteriore materiale di approfondimento nella sezione dedicata.
L’ingresso è libero e aperto a tutti.
L’equipe organizzativa
È per venerdì 8 Aprile, alle ore 19.30 presso il salone del Vescovado a Ragusa (Via Roma, 109), il primo dei due appuntamenti all’interno della rassegna “Giornate del dialogo” promossa dalla Cattedra di “Dialogo tra le culture”, l’Ufficio per la cultura della Diocesi di Ragusa e l’Associazione “Calicantus”, in collaborazione con l’Istituto Teologico Ibleo e l’Ufficio Ecumenismo e Dialogo della Diocesi di Ragusa.
Curatrice di tale incontro è la prof.ssa Elena Lea Bartolini, docente di Giudaismo presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e l’Università Cattolica di Milano, che relazionerà sul tema “Il dialogo ebraico cristiano oggi, a 50 anni dalla Nostra Aetate”.
La riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo e la rimessa in discussione della “teologia della sostituzione” ha prodotto una vera e propria svolta epocale nelle Chiese cristiane. Tale processo, iniziato a Seelisberg nel 1947 e culminato nella Chiesa cattolica con la Dichiarazione conciliare “Nostra aetate” al punto 4, ha permesso a cristiani ed ebrei di riavvicinarsi e reincontrarsi cercando di superare i pregiudizi e gli stereotipi che anno segnato quasi duemila anni di allontanamento. Oggi, a cinquant'anni da quell'evento, proviamo a fare un bilancio del cammino che, fra luci ed ombre, ha positivamente caratterizzato la teologia postconciliare, grazie al messaggio sigillato nel Concilio Vaticano II e impresso definitivamente con la pubblicazione della “Nostra aetate” il 28 ottobre 1965.
Troverete materiale di approfondimento nella sezione dedicata.
L’ingresso è libero e aperto a tutti.
Materiale Giornate del Dialogo - Dialogo Ebraico Cristiano
L’equipe organizzativa
Tre i corsi organizzati dalla Cattedra per quest'anno:
L'arte di educare ed educare con l'arte
Via pulchritudinis: architettura e ingegneria per spazi sacri
Scarica il calendario e la brochure in allegato
1) Come possiamo spiegare brevemente il senso della Cattedra di Dialogo fra le Culture?
La Cattedra è un’istituzione accademica nata da un’iniziativa congiunta tra la Diocesi di Ragusa, la Pontificia Facoltà “S. Bonaventura” di Roma e la Provincia Religiosa di Sicilia dei Frati Minori Conventuali. Suo obiettivo è quello di approfondire in chiave interdisciplinare i presupposti per un incontro tra i popoli e per un dialogo aperto e costruttivo tra le culture. Accanto a questo iniziale proposito, si sono poi implementati gli ambiti di ricerca, studio e confronto sul tema educativo, quello antropologico nel contesto post-moderno e globale, temi declinati nelle diverse discipline mediche, giuridiche, architettoniche, economiche, artistiche. Data la massiccia presenza di popolazione immigrata da altri Paesi, non si poteva non pensare ad un polo culturale e scientifico capace di ampliare le conoscenze sull’uomo attraverso il contributo delle diverse culture, e di offrire al territorio un sapere quanto mai necessario per affrontare problematiche a complessità crescente. Ogni ambito professionale, ogni settore disciplinare avverte infatti la necessità di un aggiornamento riguardo la prospettiva di un nuovo umanesimo sempre più unitario e orizzonti morali e trascendenti ben fondati a cui guardare per proporre possibili soluzioni. La Chiesa, secondo quanto insegnato dal Concilio Vaticano II, deve mettersi in ascolto di questi “segni” della storia e mettersi a fianco degli uomini, per costruire ponti di pace, sviluppo e autentico progresso prima di tutto nei valori morali e spirituali condivisi. La Cattedra, in fondo, vorrebbe rispondere proprio a questo invito rivolto dallo spirito conciliare alla chiesa e al mondo intero.
2) Qual è stato il senso dell'incontro con il prof Cilardo, sui diritti dei musulmani in Italia?
Il motivo per cui si è pensato di inserire un docente esperto in materia di diritti dei musulmani in Italia è stato dettato dall’aver registrato una grave carenza di informazioni a riguardo. Gli avvocati, e quanti operano in ambito giuridico, sentono forte il bisogno di poter ricevere informazioni di prima mano per fronteggiare i casi crescenti in cui il fattore culturale diviene problema e in ambito civile e in ambito penale. In particolare, poco noti risultano essere i tentativi di accordo dello Stato italiano con i cittadini musulmani ricadenti nei suoi confini e ancor più le cause del loro fallimento. Così come non si hanno spesso le idee chiare sull’incidenza del diritto islamico sugli ordinamenti internazionali di chiara matrice occidentale. Scoprire come evolvono le leggi a riguardo, acquisendo alcuni dati delle culture che oramai abitano nel seno dell’Occidente, è materia molto stimolante non solo per i professionisti addetti, ma anche per quanti hanno a cuore il dialogo e l’incontro tra le culture.
3) Il progetto dell'anno 2013-2014 "Alterità, Responsabilità, Solidarietà"... Che senso e che impatto ha avuto?
Ogni anno la Cattedra disegna dei percorsi a partire da un tema che nella fattispecie ha toccato gli ambiti della conoscenza dell’alterità, della dimensione relazionale e responsabile dell’essere umano e, last but not least, della carità. In particolare, il corso ha inteso: formare ad una coscienza “intra-culturale” capace di allargare i propri orizzonti culturali interagendo attivamente con le culture “straniere”; offrire conoscenze antropologiche trasversali, capaci di intercettare le domande fondamentali dell’essere umano, a qualunque cultura egli appartenga; sviluppare modelli didattici capaci di promuovere nuove forme di apprendimento (metodo interattivo e dell’apprendimento in situazione), con utilizzo delle arti e dei media; curare l’ambito dell’inserimento degli studenti stranieri nelle scuole, approfondendo le nuove indicazioni del Ministero dell’Istruzione in merito; offrire ai professionisti dell’Ordine Forense occasioni di confronto e di crescita sui temi inerenti alla rilevanza civile e penale del fattore culturale.
L’impatto è stato molto positivo, perché i temi sono molto sentiti in fasce sempre più diffuse della popolazione e gli utenti dei corsi hanno mostrato molto apprezzamento e dichiarato di aver ricevuto diversi stimoli per i propri percorsi di lavoro e di vita. Sono stati molto apprezzati i laboratori, i quali hanno permesso un’interazione fondamentale per acquisire più in profondità i contenuti affrontati nella pur interessante parte teorica della lezione. Ancora una volta abbiamo avuto conferma della bontà della metodologia utilizzata, appunto – come dicevamo – l’approccio interdisciplinare, fino a toccare gli ambiti della comunicazione e dei nuovi media.
4) Che evoluzioni ci saranno all'interno di questo progetto formativo? Quali novità in cantiere?
La Cattedra, da quest’anno, è stata istituzionalizzata dai tre enti partner di cui dicevamo all’inizio. Ciò dovrebbe garantirle una maggiore continuità in futuro, nonché un maggior radicamento nel territorio, sia dal punto di vista civile che religioso. In particolare, saranno coinvolte categorie più ampie di utenti, che spazieranno dagli operatori pastorali agli insegnanti, dai medici agli avvocati, dagli ingegneri agli architetti, categorie di professionisti con le quali sono già in corso delle trattative per programmare iniziative “trasversali” che appunto tocchino sia i temi a carattere teologico, che antropologico e tecnico, secondo lo specifico di ogni categoria. La novità più prossima dovrebbe essere quella di un workshop internazionale organizzato con l’Ordine degli Architetti per il mese di giugno, sulla riqualificazione urbana a partire da una mutata concezione dello spazio e del tempo in una prospettiva di incontro con l’altro e con l’Altro.
La Cattedra è un ente accademico che intende promuovere, in comunione con la comunità credente e quella civile, la cultura dell’incontro e dello scambio con l’altro per la costruzione di una città aperta e inclusiva